L’inquilino non paga l’affitto? Ecco come puoi tutelarti prima e dopo
Devi affittare casa? Ecco come puoi tutelarti dall’inquilino che non paga il canone. Tanti consigli utili su cosa fare e cosa non fare in caso di morosità dell’inquilino, ma anche su come è possibile prevenire il rischio, purtroppo sempre più frequente, di inquilino che non paga l’affitto di casa.
Negli ultimi quindici anni abbiamo assistito ad un raddoppio dei procedimenti di sfratto per morosità, 38.163 nuove sentenze di sfratto nel 2021 (quasi il 20% in più rispetto al 2020), di cui 32.083 per morosità (circa l’85% del totale), 33.208 richieste di esecuzione forzata (+45,39%), 9.537 sfratti eseguiti con la forza pubblica (+ 80,97%).
Procedimenti che si assestano su una cifra pari a 118.823 richieste di esecuzione nel corso del 2018. L’importo degli affitti non pagati ogni anno in Italia è di 1,2 miliardi di euro e sono 2,3 milioni le famiglie che almeno una volta l’anno sono in ritardo nel pagamento del canone di locazione, mentre nelle grandi città i condomini insolventi sono ormai il 25% del totale. Il fenomeno sta diventando preoccupante e le vie d’uscita previste dalla legge incastrano i proprietari tra rivoli legali e burocratici che non garantiscono una soluzione in tempi brevi.
L’inquilino che non paga l’affitto rappresenta la materializzazione dell’incubo peggiore per qualunque proprietario: c’è la perdita delle mensilità, ma anche la difficoltà di recupero del proprio credito e del possesso dello stesso immobile. C’è il rimpianto per non aver saputo scegliere l’affittuario con oculatezza e anche la prostrazione psicologica di chi conta su quella fonte di reddito per mandare avanti i progetti della propria vita.
Se il danno “morale” è difficilmente quantificabile, per calcolare quello economico basta procurarsi una calcolatrice.
Tiriamo due somme:
- mensilità perdute
- spese legali che precedono il momento fatidico dello sfratto
- tempi necessari ad individuare un nuovo inquilino lasciando la proprietà infruttifera
Se tutto va bene, e nei casi meno gravi, la perdita equivale a circa 12 mensilità, sempre che ci si attivi subito e si dia inizio quanto prima al procedimento di sfratto. Ma anche quando si agisce tempestivamente diversi ostacoli giuridici possono rallentare la procedura; per esempio lo stato di precarietà dovuto a grave malattia del conduttore o la presenza di soggetti minori. In particolare negli sfratti con presenza di minori l’ufficiale giudiziario tende a rimandare l’esecuzione del provvedimento fintanto che non viene individuata un’abitazione sostitutiva.
Questo scenario può sembrare catastrofico eppure non stiamo facendo sensazionalismo; il fatto che in Italia siano almeno uno su due gli inquilini che non pagano l’affitto regolarmente è si una diretta conseguenza della difficile situazione economica ma, trattandosi di fenomeno che non è evidentemente destinato ad esaurirsi nel giro di qualche anno, anche un pericoloso segnale d’allarme per il futuro. Spesso i proprietari, stufi di attendere i tempi legali necessari a mandare via l’inquilino moroso, peggiorano la situazione.
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